Slow Food e Slow Travel
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Slow Food e Slow Travel

"...contro la follia universale della “Fast-Life”, bisogna scegliere la difesa del tranquillo piacere materiale. Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento"

(dal Manifesto dello Slow Food, 3 Novembre 1987)

Trentatré anni fa Slow Food iniziava la sua pacifica rivoluzione, che nei decenni successivi avrebbe cambiato radicalmente l'approccio al cibo per milioni di persone. Vale la pena di leggere la versione completa del manifesto, ma le poche righe che ho estratto sono secondo me quelle più significative e rivoluzionarie: la proclamazione del diritto al "tranquillo piacere materiale", la denuncia del rischio di ridurre i pasti a momenti di approvvigionamento energetico da consumare frettolosamente, come auto in un'area di servizio.

Penso che nel felice periodo che stanno attraversando i cammini sia molto utile ispirarsi alla filosofia e ai valori di Slow Food, e diffondere il diritto al "tranquillo piacere materiale" anche tra i viandanti che decidono di mettersi in viaggio a piedi o in bicicletta, anziché in aereo o in auto.

Lo sviluppo dei voli low cost ha infatti consentito a molti di noi di conoscere il mondo, ma ha troppo spesso trasformato il viaggio in uno spostamento tra due punti che deve durare (e costare) il meno possibile.   

Quando ho fondato il Movimento Lento, il mio obiettivo era fornire delle alternative a questo approccio, e divulgare la cultura del viaggio a piedi e in bicicletta come opportunità di staccare la spina e prendersi il proprio tempo, mettendo il viaggio al centro dell’esperienza. Infatti non è scontato che sia così.

Frequento i cammini italiani ed europei da 20 anni, li ho percorsi in lungo e in largo a piedi e in bicicletta. Ho fatto innumerevoli incontri bellissimi con persone molto interessanti, apparentemente accomunate dalla grande passione per il viaggio lento. Dico apparentemente perché molto spesso ho ritrovato nella variopinta tribù dei viandanti alcuni comportamenti tipici della vita frenetica che volevano lasciarsi alle spalle.

L’esempio più eclatante è il Cammino di Santiago, troppo spesso affrontato a tappe forzate perché “ho poco tempo” e “devo farlo tutto” e “ho prenotato il volo di ritorno”. O in tempi più recenti ho accolto sul Cammino di Oropa pellegrini “duri e puri” che hanno insistito per fare in due giorni un cammino di 62 km con 2000 m di dislivello, progettato in quattro brevi tappe.

Lungo i cammini c’è posto per tutti, l’accoglienza e l’inclusione sono valori fondativi di questo approccio al viaggio, ma penso che la frenesia e l’ansia da prestazione non possano andare d’accordo con il viaggio a piedi e in bicicletta.

Per questo motivo penso che in questa stagione in cui moltissimi nuovi viandanti hanno scelto di mettersi in viaggio lungo i nostri cammini, sia molto importante sottolineare i valori fondativi del Movimento Lento, in particolare l’approccio al tempo, secondo il quale “il viandante è libero di camminare senza fretta e di fermarsi quando lo desidera, per riposarsi, per ammirare il paesaggio, per scambiare due chiacchiere con un anziano incontrato sulla via”.

In questo senso mi sento molto vicino all’associazione Slow Food, con cui oggi inizio una collaborazione, e mi auguro un cammino comune. Insieme a Michele Rumiz, direttore di Slow Food Travel, Nazarena Lanza e Giuseppe Pidello, animatori di un bellissimo progetto che ha messo in rete i produttori, i ristoratori e le strutture di accoglienza del territorio biellese che hanno abbracciato la filosofia del “buono, pulito e giusto”, ItinerAria, la mia azienda, ha realizzato un sito web e una “mini App”.

Un progetto che collega in rete decine di persone interessanti, che vanno dal panificatore che ha deciso di coltivare personalmente i grani antichi per i suoi impasti, al ristorante che offre esclusivamente prodotti naturali a km 0, all’orticultore che consegna i prodotti naturali a domicilio.

Persone e imprese spesso straordinarie, che ho collegato con un bellissimo itinerario che potrai ripercorrere in bicicletta, guidato dalla nostra app, per conoscere un angolo di mondo meraviglioso, con tutta calma, senza frenesia, prendendoti il tempo che serve per conoscere una zona bellissima e le persone che come me hanno scelto di abitarla.

Qui puoi trovare il sito web e le istruzioni per scaricare l’App 

Buon viaggio (slow)!

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Come trovare l'itinerario giusto
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Come trovare l’itinerario “giusto”

Dove camminerò nel prossimo weekend? Come faccio a trovare una bella escursione, o un piacevole itinerario ciclabile? Come posso scegliere quello giusto tra gli innumerevoli percorsi pubblicati on line?

Tutti gli appassionati di outdoor prima o poi si sono posti questa domanda, me compreso. E anche se per lavoro progetto e traccio itinerari, vi confesso che spesso mi trovo in difficoltà quando devo organizzare un’escursione in una zona che non conosco. Consultare le grandi banche dati on line è faticoso, soprattutto perché chiunque può inserire i percorsi, non è facile capire se una traccia GPS è affidabile, se è stata effettivamente percorsa da qualcuno, e quali sono le caratteristiche tecniche e il livello di difficoltà di un itinerario.

In questo articolo vi darò qualche indicazione che potrebbe aiutarvi nella ricerca, utilizzando Outdoor Active, il principale portale europeo dedicato all’outdoor, dove sono pubblicati centinaia di migliaia di percorsi in tutto il mondo.

Outdoor active è una piattaforma con un’interfaccia web (www.outdooractive.com) e un’App scaricabile gratuitamente dagli store. Le principali funzioni sono simili a quelle delle principali banche dati disponibili on line, come Wikiloc o altre, ma in più questa piattaforma ha alcune caratteristiche che mi piacciono particolarmente.

Innanzitutto ogni itinerario ha un “Outdoor rank” che va da 0 a 100, e vengono denominati TOP gli itinerari che hanno un punteggio da 65 in su. Il punteggio premia sia la completezza delle informazioni inserite dall’autore (descrizioni, immagini, dati tecnici) sia le recensioni e il numero di download degli utenti. Molto spesso gli itinerari TOP sono inseriti da enti locali di promozione turistica, per cui sono molto più affidabili di quelli inseriti dal singolo appassionato.

Una volta scelto un percorso, è possibile salvarlo tra i preferiti, e visualizzarlo sull’App, scaricabile gratuitamente, per seguirlo tramite il GPS. E’ poi possibile stamparlo, su una mappa in scala escursionistica (fino alla scala 1:25.000), su una base cartografica di buona qualità.

Un esempio di mappa generata da Outdooractive

Un esempio di mappa generata da Outdooractive

Come puoi trovare l'itinerario migliore per te? 

Su desktop basta entrare nella sezione Percorsi>Trova e digitare il nome del luogo cercato, o inquadrare la zona cercata direttamente nella mappa. Sulla sinistra compariranno gli itinerari in ordine di ranking, e quindi i primi che vedrai saranno quelli più “affidabili”.

Puoi quindi attivare la funzione “Filtri”, potentissima e ben fatta: puoi scegliere la categoria (ad esempio In bici>Mountain Bike) ma anche le caratteristiche del percorso, combinando tra loro più criteri di scelta. Ad esempio puoi selezionare solo gli itinerari TOP facili, oppure i percorsi a piedi adatti alle famiglie con bambini consigliati durante l'estate.

Su App è possibile visualizzare gli itinerari nei dintorni della posizione GPS in cui ci si trova, e scegliere quindi l’escursione migliore.

La ricerca degli itinerari in una zona circoscritta: la lista è in ordine di ranking

La ricerca degli itinerari in una zona circoscritta: la lista è in ordine di ranking

Uno dei limiti della piattaforma nella versione attuale è che in alcune zone italiane non ci sono molti itinerari, ma la buona notizia è che Outdoor Active ha acquisito recentemente il portale inglese Viewranger, che ha invece moltissimi itinerari sul territorio italiano. Nel giro di pochi mesi le due piattaforme si fonderanno, e il problema verrà quindi risolto.

In ogni caso, se vuoi promuovere la tua zona potrai tracciare tu stesso gli itinerari tramite l’App, molto semplice da usare anche per il rilievo GPS. Potrai scattare anche fotografie che verranno automaticamente georeferenziate sulla mappa, e renderai quindi un ottimo servizio al tuo territorio: gli utenti della piattaforma sono più di 7 milioni in tutto il mondo, un palcoscenico di tutto rispetto!

Alberto Conte

Vuoi promuovere il tuo territorio o la tua struttura di accoglienza in tutto il mondo, e fornire mappe e tracce dei percorsi ai tuoi ospiti tramite Outdoor Active? Scrivimi una mail!
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Meditazione camminata: una via verso il benessere

Gli effetti benefici di un lungo cammino sono spesso legati alla sensazione di “staccare la spina” che prende il sopravvento dopo qualche giorno di viaggio. Il tuo ruolo sociale, il tuo mestiere, perdono significato quando ti trovi a camminare con uno zaino sulle spalle per sei ore al giorno. Il tempo si dilata, si stabilisce una corretta distanza dal passato e dalle eventuali sofferenze che ti ha procurato, e si ridimensiona l’importanza del futuro, con il suo carico di ansie. Vivi nel presente, nel qui e ora, in uno stato di connessione con la natura e con l’umanità difficile da raggiungere altrimenti.

Difficile, ma non impossibile: gli effetti benefici che ho appena descritto sono molto simili a quelli della meditazione, e in particolare della meditazione camminata.

Nell’immaginario collettivo la pratica della meditazione è associata a una condizione di staticità, simboleggiata dalla posizione del loto, e gran parte delle persone che praticano la meditazione in effetti lo fanno da fermi. Tuttavia esistono varie tecniche e scuole di meditazione camminata, e la figura che più di altre ha contribuito alla diffusione di questa pratica è il monaco vietnamita Thich Nhat Hanh, maestro zen, poeta, attivista per la pace, che negli anni ’80 si è trasferito in Francia dove ha fondato Plum Village, una comunità in cui diffondere l’arte di vivere in consapevolezza. Da allora ha organizzato numerosi ritiri ai quali hanno partecipato migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, ed è venuto spesso in Italia, un Paese in cui è molto amato.

Negli ultimi anni Thay, come è chiamato dai suoi seguaci, superati i 90 anni di età, è ritornato in Vietnam, ma i suoi insegnamenti sono portati avanti dai suoi numerosissimi seguaci ed allievi, tra cui Antonella Arnese, docente del corso di meditazione camminata della Scuola del Movimento Lento.

Quest’anno Antonella aveva programmato il corso “Passi che trasformano, pratiche di meditazione camminata” alla Casa del Movimento Lento nel mese di Aprile, e per ovvie ragioni legate all’emergenza sanitaria abbiamo dovuto rimandarlo a data da destinarsi. Abbiamo deciso di approfittare del periodo di lockdown per creare un corso a distanza che consentisse comunque alle tante persone interessate all’argomento di imparare le tecniche di base del cammino consapevole.

Antonella ha creato per noi il video-corso “La pace ad ogni passo”, ambientandolo in luoghi di una bellezza straordinaria, tra le Dolomiti di Brenta, la zona in cui abita. Dieci lezioni in cui accompagna gli allievi alla scoperta della filosofia e delle tecniche della meditazione camminata, dieci appuntamenti da guardare o da ascoltare immersi nella natura, per imparare a camminare in consapevolezza e a concentrarsi sul “qui e ora”.

È un corso bellissimo nella sua semplicità, sono stato il primo a frequentarlo e mi è piaciuto molto. Da anni di tanto in tanto tento di avvicinarmi alla meditazione seduta, ma la mia mente dopo pochi minuti “parte per la tangente” e vanifica tutti i miei sforzi. Con questo corso sono riuscito ad arrivare alla meditazione praticando l’attività che più amo, il camminare, con grande facilità e naturalezza.

Ti consiglio dunque questo corso se come me hai già esperienza di viaggio a piedi, e ami viaggiare nello spazio interiore oltre che nello spazio esterno.

Buon cammino consapevole!

Alberto Conte

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Pietro Scidurlo
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Non ho mai camminato, ma il cammino mi ha salvato la vita

Pietro Scidurlo non ha mai camminato, ma deve molto al cammino. Il cammino gli ha salvato la vita in un periodo in cui rischiava di perdersi, inseguendo valori sbagliati. In cammino ha trovato il grande amore della sua vita, Giulia, la ragazza che gli sta accanto da quattro anni.

La sua è una storia straordinaria, un esempio ammirevole di tenacia, di voglia di vivere, di resistenza alle avversità che hanno segnato i suoi 41 anni di vita. Una storia che ha deciso di raccontare in un libro, “Per chi vuole non c’è destino” pubblicato in questi giorni dall’editore Terre di Mezzo.

Ho intervistato Pietro e Giulia, che mi hanno spiegato come è nata l’idea di scrivere il libro, e mi hanno raccontato un pezzo della loro difficile e straordinaria esistenza.

Per saperne di più sulle attività di Pietro visita il sito www.freewheelsonlus.com
Per acquistare il suo libro “Per chi vuole non c’è destino” clicca qui

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Riapre il cammino di Oropa 4.3
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Riapre il Cammino di Oropa, laboratorio di energie alternative

Il cammino tocca corde profonde dell’essere umano, fa star meglio le persone con sé stesse, con il mondo, con gli altri. Un cammino connette fisicamente, non solo idealmente.

Quando viaggi in auto pensi alla distanza come qualcosa che separa due luoghi. Quando cammini, la stessa distanza li unisce. Per andare da un paese all’altro, da una nazione all’altra, devi per forza conoscere ogni metro del percorso, passo dopo passo impari ad apprezzare le sfumature, le differenze si attenuano, diventano più leggibili, più comprensibili, più interessanti.

Un cammino è un laboratorio sociale, in cui i viandanti spesso vivono in una bolla che sembra separarli dalla quotidianità, e avvicinarli alla realtà: la Natura, il Prossimo, la Terra. In un mondo di network virtuali il cammino crea reti fisiche, in cui le persone si conoscono in modo profondo, sperimentano modelli di collaborazione e di solidarietà. 

Guado sul Cammino di Oropa

Un guado nella terza tappa del Cammino

Il Cammino di Oropa è uno di questi “laboratori di energie alternative”. E’ un progetto nato da un’idea del Movimento Lento in collaborazione con alcune associazioni e operatori turistici piemontesi.

Abbiamo deciso di scommettere sull’influsso positivo che un cammino può avere non solo sullo sviluppo turistico di un territorio, ma anche sulla coesione sociale, sulla crescita microeconomica, sul sostegno a mestieri a rischio di estinzione, sul ripopolamento di borghi meravigliosi ormai abitati solo da pochi anziani.

Il Cammino di Oropa vuole rilanciare una zona meravigliosa e quasi sconosciuta, vuole unire le comunità locali in un progetto identitario, e oggi vuole contribuire alla ripresa dopo la pandemia, portando sviluppo sano in un territorio finora considerato marginale.

Il Cammino di Oropa è uno dei progetti principali a cui dedichiamo le nostre energie: la Casa del Movimento Lento è il primo posto tappa dell’itinerario, ci occupiamo personalmente della manutenzione della segnaletica e coordiniamo la rete degli operatori dell’accoglienza.

Il cammino di Oropa è completamente segnato con adesivi e frecce gialle di vernice

Il cammino di Oropa è completamente segnato con adesivi e frecce gialle di vernice

Domenica ho percorso personalmente buona parte dell’itinerario, per controllare che tutto fosse a posto, sistemare i segnavia dove era necessario, verificare se la natura avesse preso il sopravvento dopo il lungo periodo di chiusura. Sono andato a trovare i colleghi, anzi direi ormai gli Amici che gestiscono le strutture di accoglienza, che si stavano preparando alla ripartenza con una dedizione e un’emozione simile a quella dell’avvio di una nuova attività.

Tutti stiamo imparando a gestire gli spazi in modo diverso, a dedicare grande attenzione alle pulizie e alle sanificazioni, ma stiamo comunque vivendo con gioia la ripartenza, consapevoli che tra poco tornerete voi, i viandanti, con la vostra carica di “energia alternativa”, ovviamente positiva.

A presto dunque,

Alberto

Informazioni pratiche:

Il Cammino di Oropa unisce Santhià, in provincia di Vercelli, al Santuario di Oropa, in provincia di Biella. Si raggiunge il punto di partenza in un’ora di treno da Milano e 30’ da Torino, è quindi una vacanza economica, a basso impatto ambientale. 

E’ un breve cammino di 4 tappe, della lunghezza media di 15 km, adatto anche a chi non ha mai viaggiato a piedi. E’ perfettamente segnato, è dotato di una App per non perdersi e di una guida cartacea che può essere acquistata in libreria o alla Casa del Movimento Lento.

Trovate mappe, informazioni tecniche, l’elenco delle strutture di accoglienza e l’App gratuita sul sito www.camminodioropa.it

Per prenotare alla Casa del Movimento Lento scrivete a casa@movimentolento.it . Il sito web è www.casa.movimentolento.it

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Come Lavorare Nello Slow Tourism
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Come si può lavorare nello Slow Tourism?

In questi giorni molti di voi mi hanno scritto per raccontarmi pezzi della loro vita, dei loro sogni, della loro esperienza. Per me è stata una lettura molto interessante.

Molti di voi stanno immaginando o realizzando un cambio di vita, e vorrebbero lasciare un lavoro che non li soddisfa abbastanza per entrare nel settore dello slow travel, a volte con progetti già strutturati, più spesso con un’idea vaga, un “mi piacerebbe ma non so da dove iniziare”.

Ho pensato quindi che sarebbe stato utile passare in rassegna alcune delle opportunità di lavoro che esistono nel settore, cercando di darvi qualche informazione pratica, senza pretendere di essere esaustivo.

Inutile dire che quasi tutte le professioni che passerò in rassegna stanno attraversando una crisi senza precedenti, e che certamente non è il momento ideale per avviare una nuova attività nel turismo. Ma come ho già scritto più volte sono convinto che il settore del turismo lento si riprenderà molto rapidamente, e che uscirà più forte di prima da questo periodo. 

Quali sono i principali lavori legati allo slow tourism?

Gestore di una struttura di accoglienza

E’ uno dei mestieri più popolari e più “sognati”: ritirarsi in campagna per gestire un B&B o un agriturismo, o magari qualcosa di più strutturato. E’ un lavoro che in genere richiede un grosso investimento, a meno che non si possieda già un immobile. E comunque è quasi sempre necessario fare interventi di adeguamento, messa a norma, per non parlare della burocrazia che comporta l’apertura di un’attività ricettiva. Il modo più “soft” per avviare l’attività può essere il B&B, perché non richiede l’apertura di un’azienda, tuttavia il limite di posti letto disponibili (6 posti in molte regioni) spesso ne fa un’attività integrativa al reddito più che un vero e proprio lavoro.

Accoglienza Slow Tourism

Guida escursionistica o cicloturistica

E’ un lavoro interessante e stimolante, una professione regolamentata in genere da normative regionali. Se volete informarvi vi consiglio di rivolgervi all’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, sul sito www.aigae.org se volete guidare gruppi a piedi, mentre per il settore delle guide cicloturistiche non c’è un’associazione di riferimento, o meglio ce ne sono forse fin troppe, e c’è un po’ di confusione sul tema. In entrambi i casi per conoscere le normative regionali vi consiglio di contattare l’ufficio che gestisce le professioni turistiche della vostra regione.

Tour operator

Chi organizza pacchetti di viaggio che prevedano l’aggregazione di più servizi (pernottamento, ristorazione, guida, servizi aggiuntivi) deve necessariamente avere la licenza di tour operator. Questo comporta avere un direttore tecnico autorizzato, un’assicurazione, e una serie di adempimenti tecnici e burocratici piuttosto complessi, che richiedono un investimento non indifferente nella fase di apertura. Consiglio questa strada a chi è già esperto sul tema, e che vuole fare un salto di qualità, avendo possibilmente un capitale da investire in un orizzonte temporale di medio-lungo termine.  

Noleggiatore di biciclette

L’attività di noleggio è sempre più popolare, soprattutto grazie alla diffusione delle e-bike. Anche in questo caso è richiesto un capitale iniziale non indifferente, perché per avere un’attività redditizia bisogna lavorare con un “parco bici” importante, in una zona con un bacino di potenziali clienti adeguato. Non consiglio ai gestori delle strutture di accoglienza di avere delle biciclette di proprietà da noleggiare ai clienti, sia per un problema legale (difficilmente la licenza che hanno lo consentirebbe) sia soprattutto per un problema di economie di scala e di manutenzione. Se noleggiate le biciclette dovete essere sicuri che siano in perfetta efficienza, e quindi dovete essere in grado di fare personalmente la manutenzione. Non sarebbe economicamente e logisticamente sostenibile rivolgervi a ciclofficine esterne.

Noleggiatore di Biciclette

Trasportatore di bagagli, persone e biciclette

Un’attività trascurata ma sempre più importante, soprattutto sui grandi itinerari come la Via Francigena, è quella del trasportatore. I tour operator includono nei loro pacchetti il servizio di trasporto tra una tappa e l’altra, e sempre più spesso anche i singoli viandanti apprezzano questo servizio, anche se viaggiano in autonomia. E’ inoltre molto frequente il caso in cui un viaggiatore stanco o con problemi di salute chiama un taxi per “saltare” una tappa e raggiungere gli amici che invece camminano, o non ce la fa a completare il percorso. I trasportatori possono inoltre organizzarsi per consegnare le biciclette a noleggio nelle strutture turistiche del territorio.

Progettista e tracciatore di percorsi

Gli enti di promozione territoriale, ma anche i singoli albergatori, possono avere bisogno di progettare e tracciare nuovi itinerari per produrre materiale informativo da distribuire ai turisti slow. Mappe, tracce GPS, App che consentano agli ospiti di orientarsi, e di avere informazioni sulle attrattive del territorio. I tecnici che svolgono questo tipo di lavoro in genere sono in grado occuparsi di vari aspetti della progettazione, che può toccare la sicurezza, la segnaletica direzionale e quella informativa. Questa professione richiede un’ottima competenza tecnica, ma rispetto ad altre non richiede particolari investimenti e quindi può essere avviata senza un capitale iniziale.

Autore di guide e articoli, blogger, influencer, gestore di siti web

È una professione simile a quella del punto precedente, ma in questo caso il background non è necessariamente tecnico, in quanto diventa importante lo storytelling, la capacità di produrre contenuti coinvolgenti, con buone immagini e magari dei video. Non sono richiesti investimenti iniziali, ma solo persone molto brave e fortunate riescono a raggiungere l’autosufficienza economica con questo tipo di lavoro, almeno nel settore del turismo.

Mi sono dimenticato qualche categoria? Avete qualcosa da aggiungere o puntualizzare? Volete raccontare un pezzo della vostra esperienza, dei vostri successi o insuccessi in questo settore? Lasciate un commento, sarò felice di leggervi

Alberto Conte

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Slow Travel

Slow Travel: la nuova cultura del viaggio

Come cambierà il nostro modo di viaggiare dopo questo terribile e straordinario periodo? Il turismo lento è una possibile via per la ripresa

Nelle giornate senza tempo del “confinamento” molti di noi hanno sperimentato un’esperienza simile a quella di un lungo cammino. Abbiamo vissuto nostro malgrado nel “qui e ora”, sospesi tra un passato che sembrava sempre più lontano e un futuro sconosciuto. Tutto viaggiava con lentezza, regnava il silenzio, le priorità cambiavano, i bisogni primari, la natura, la qualità delle relazioni umane erano al centro della nostra attenzione.

Abbiamo vissuto in spazi limitati per quasi due mesi, e non abbiamo mai compreso in modo così chiaro l’importanza di un gesto semplice come camminare. Chi abita in città forse non ha mai desiderato così intensamente un contatto con la natura, e chi come me ha la fortuna di vivere in campagna e di avere un piccolo giardino ha imparato a comprendere quanta bellezza possa concentrarsi anche in pochi metri quadrati di verde, e quanta energia possa trasmettere il risveglio delle piante in queste meravigliose giornate di primavera.

Da qualche giorno abbiamo iniziato a uscire di casa, ma siamo consapevoli che la ripresa sarà molto lenta, i nostri spazi di movimento saranno limitati, le relazioni tra le persone saranno diverse, e le nostre possibilità economiche saranno molto ridimensionate.

Come cambierà il nostro modo di viaggiare dopo questo terribile e straordinario periodo? Come cambierà il nostro tempo libero? I nostri weekend? Le nostre vacanze?

Le norme sanitarie limiteranno a lungo i nostri spostamenti, chissà quando si potrà tornare a fare un viaggio di gruppo, ad accalcarsi in spiaggia, a superare un confine.

E se vivessimo tutto ciò come un’opportunità? Se affrontassimo una gita fuori porta con la stessa curiosità che riserviamo alle mete esotiche?

Quante terre sconosciute possiamo trovare a pochi chilometri da casa nostra? Quanti di noi conoscono il Biellese, il Cilento, i Monti Sibillini, le Madonie, il Sulcis? Quanti gioielli abbiamo sorvolato a bordo degli innumerevoli aerei low cost sui quali abbiamo viaggiato negli ultimi anni, magari senza neppure guardare fuori dal finestrino?

Tramonto sul lago di Viverone

Un tramonto sul Lago di Viverone, nel biellese

Forse per i viaggiatori è arrivato il momento di mettere i piedi per terra, letteralmente, e partire per una nuova, autentica esplorazione.

I fiumi di retorica che scorrono quotidianamente sui media per magnificare le doti dell’Italia possono, anzi devono trasformarsi in un’azione concreta di scoperta, in un gesto di amore fisico verso il nostro Paese.

Il 2020 è l’anno giusto per sviluppare una nuova forma di turismo lento, figlio della rivoluzione dello slow food e dell’alimentazione a filiera corta, un nuovo modo di viaggiare, “più lento, più profondo, più dolce”[1].

Gli operatori turistici dell’Italia “inesplorata” saranno in grado di cogliere questa grande opportunità? Riusciranno a creare delle proposte in linea con le nuove esigenze dei viaggiatori? Sapranno soddisfare i bisogni di pace, di sicurezza, di relazioni umane autentiche, di solidarietà, di sobrietà, di riavvicinamento alla natura che probabilmente emergeranno dopo la prolungata quarantena?

E’ una grande sfida, alla quale il Movimento Lento sta dedicando molta energia in questo periodo, collaborando attivamente con molte altre realtà del settore del turismo lento: associazioni, guide, tour operator, operatori dell’accoglienza,  che hanno aderito attivamente alla campagna #IoCamminoInItalia, che sta ridisegnando il mondo dei cammini e dei camminanti, tradizionalmente frazionato e talvolta litigioso, e ora più coeso che mai.

Il nostro lavoro proseguirà nei prossimi mesi, e continueremo il nostro paziente lavoro di divulgazione dello “slow travel” come il giusto modo di viaggiare in questo delicato momento storico. Stiamo scrivendo articoli, girando video, creando corsi di formazione dedicati agli operatori turistici italiani, che dovranno trovare nuove vie per superare questa crisi drammatica. Ci auguriamo che il nostro contributo li aiuti a riprogettare il loro modo di accogliere e di rapportarsi agli ospiti e al territorio, e a costruire insieme a noi una nuova cultura del viaggio.

Un viaggio “Più lento, più profondo, più dolce”.

Alberto Conte

[1] frase di Alex Langer, ecologista

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